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Gli Uccelli Tessitori

Hackers che spingono la ruota del Dharma

Questo documento vuole essere programmatico, visionario ed inclusivo, propone un piano da condividere e che e' gia' condiviso da molti. Proprio ora il nostro network ha raggiunto gli 8 anni di vita. Otto, un numero molto importante per molti di noi. Se siete curiosi di sapere cosa sta accadendo: continuate a leggere; non vi stupiremo con effetti speciali, ma con i nostri sogni, pensieri e progetti, che siamo pronti a realizzare.

Ovviamente, questo testo non parla solamente di "noi": essendo un network aperto, includiamo varie realta' in giro per il mondo, con cui adottiamo una politica di reciproco aiuto e collaborazione. Questa collaborazione e' prevalentemente tecnica, cosi' come lo e' la nostra attivita' nello sviluppo di Software Libero ed Open Source, ma e' pur sempre sospinta da sogni che, pur procedendo lentamente, stanno diventando realta'...

Per tutto questo siamo infinitamente grati al Progetto GNU, che ci ha permesso di scoprire come acquisire conoscenza, prendere controllo dell'ambiente in cui viviamo e iniziare a costruire un Nuovo Pianeta.

La Giovinezza del Dharma

Perché per me l'unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano, bruciano, bruciano, come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno Oooohhh! - Jack Kerouac, On The Road

Prima di tutto, vediamo chi siamo: dopo 8 anni possiamo tracciare un comune denominatore tra le persone attive nel nostro Network, interconnesse grazie ad un approccio nomadico allo sviluppo ed alla vita.

Siamo giovani sognatori, in quanto spesso amiamo oltrepassare i limiti ed inventare differenti modelli per imparare, comunicare, condividere e vivere, rispetto a quelli proposti dalle societa' nelle quali siamo ingabbiati. Abbiamo in comune il fatto che siamo sopravvissuti fuori dai luoghi comuni, che abbiamo coltivato le nostre speranze ed i nostri metodi di condivisione, di conoscenza ed i nostri attrezzi, tenendoli fuori da qualsiasi scatola chiusa.

Questo e' un periodo della nostra storia in cui parleremo con giovani voci; stiamo muovendo passi cruciali sui quali fonderemo la nostra struttura, sperando di mescolare l'Interiore con l'Esteriore, lo Yin con lo Yang.

Alcuni di noi sono nomadi, stanziati in differenti posti di volta in volta, alcuni vivono ai margini dei luoghi del mondo dove sono nati, alcuni lavorano per multinazionali IT, altri girano il mondo in bicicletta, alcuni insegnano in varie scuole, alcuni si esibiscono in gallerie artistiche, altri sono impegnati nell'occupazione di case abbandonate.

Quello che proponiamo qui e' un nuovo modello, ed abbiamo finalmente acquisito una visione pratica che ci consenta di svilupparlo in armonia con i nostri differenti ambienti.

Continuate a leggere se siete interessati a capire come e perche'.

La liberta' della Creativita'

La crescita della Rete ha interpretato una alternativa alla "non-proprieta'" in una maniera ancora piu' pratica. Quello che gli eruditi e gli scrittori popolari denominano come una cosa ("la rete Internet") e' in verita' il nome di una condizione sociale: cioe' il fatto che ognuno nella Societa' della Rete e' connesso direttamente, senza intermediazione, a qualcun altro. La interconnessione globale delle reti elimina il collo di bottiglia che richiedeva un produttore di software centralizzato per razionalizare e distribuire il risultato delle innovazioni individuali nell'era dei mainframe. (Eben Moglen)

Il Software Libero ed Open Source che si riferisce ai principi originali lanciati dalla Fondazione del Software Libero e' un nuovo modello di distribuzione, sviluppo e marketing dei beni immateriali. Vi consigliamo di dare uno sguardo alle pagine riguardanti la filosofia del Software Libero, pubblicate nel sito della FSF, e di seguito sottolineeremo alcune implicazioni che sono molto importanti per noi, e che hanno reso molte delle nostre attivita' possibili e motivanti.

Il Software Libero implica un modello economico basato sulla collaborazione, invece che sulla competizione; e' coerente con l'ideale puro della ricerca accademica dove la condivisione della conoscenza e' fondamentale (o meglio, dovrebbe esserlo, dato che ad esempio in Italia la situazione della ricerca accademia e' molto triste); lo sviluppo si basa sull'unione degli sforzi di differenti sviluppatori, e puo' essere meglio sostenuto quando condiviso fra piu' nodi. Ci piace citare John Nash (premio Nobel nel 1994) quando dice: "i migliori risultati vengono da un qualsiasi elemento del gruppo che fa il meglio per se stesso ma anche per il gruppo".

Immaginate allora che tutte le creazioni riprodotte in questo modo possano anche essere liberamente vendute a chiunque in ogni contesto: questo apre un orizzonte di nuovi modelli di mercato che sono locali, e che evitano lo sfruttamento globalizzato, mantenendo la condivisione della conoscenza globale e utile a chiunque imprenditore.

Inoltre, nei campi come quelli dell'educazione, noi crediamo che l'independenza intrinseca dei saperi dalle influenze commerciali sia fondamentale per fornire agli studenti la conoscenza che possa appartenere veramente a loro, senza che siano resi schiavi dai mercanti del software e della conoscenza, i quali impongono licenze e brevetti sulle loro stesse creazioni e sugli strumenti che essi stessi hanno imparato ad usare.

Vi invitiamo dunque ad inventare nuovi percorsi, considerando l'impatto che il software libero ha avuto nei campi della comunicazione, del "social networking", dei giochi, dei media e della evoluzione della nostra civilta'.

Qui e' dove la differenza tra il Software Libero ed il cosiddetto Open Source inizia a farsi sentire: L'Open Source si focalizza su un nuovo modello per lo sviluppo di software. Il Free Software non e' interessato a come il programma viene sviluppato: noi siamo interessati all'Etica di come il programma viene distribuito. (Richard M. Stallman)

Nessuna nazione

Per far che i secoli tacciano di quel Trattato2 che trafficò la mia patria, insospettì le nazioni e scemò dignità al tuo nome. (A Bonaparte liberatore, Ugo Foscolo, 1778-1827)

One Planet, One Nation (Public Enemy)

Le nostre patrie e luoghi di origine sono sparpagliati e qualche volta molto differenti tra loro; e' percio' difficile manternersi o mettersi in contatto, a causa dei limiti imposti dal concetto di Nazione. Per questo pensiamo che i concetti di Stato e Nazione siano obsoleti: i confini che questi impongono non coincidono con le nostre aspirazioni e le nostre capacita' di relazionarci l'un l'altro.

Durante i pochi anni delle nostre vite abbiamo pensato di interagire e descrivere noi stessi all'interno di schemi nazionali; ma i veri limiti tra noi sono stati la differenza tra i nostri linguaggi. Nel frattempo abbiamo studiato come oltrepassare questi limiti.

Dalle nostre nazioni abbiamo ereditato paure e tristi ricordi, ma grazie all'allargamento della nostra rete abbiamo imparato a gestirle, come se non appartenessero piu' a noi. Cio' che rimane e' solo un problema che puo' essere risolto: finiremo di rappresentarci come parte di differenti nazioni. Anche se potremmo, non intendiamo costruire la nostra nazione, o proporvi una nuova idea di contratto sociale, ma piuttosto proporvi di oltrepassare questi confini e prendere la forma di un Unico Pianeta interconnesso, e creare quindi una nuova cartografia.

La nostra generazione possede un Pianeta! Ed e' sufficientemente giovane per curare le ferite lasciate dagli ultimi secoli di guerra, imperialismo, colonialismo e prevaricazione, che hanno lasciato molta della gente attorno a noi a coltivare differenze e false identita', rappresentate da bandiere e da propagande nazionaliste.

Non stiamo reclamando di aprire i confini alla speculazione delle multinazionali, visto che siamo tutti coscienti che questa possa essere la retorica usata dagli interessi neo-liberisti per calpestare l'autonomia delle nazioni in via di sviluppo. L'integrita' contestuale3 di differenti ecosistemi sociali necessita rispetto; tuttavia ancora oggi i confini nazionali non hanno avuto alcun successo nel preservarla.

Con alcune eccezioni, molti dei programmi nazionali e dei fondi culturali con i quali abbiamo collaborato pretendevano che ognuno di noi vestisse la propria bandiera nazionale, come se fossimo reclutati in un decadente gioco di orgoglio nazionale e competizione, con una agenda di dominazione fisica, economica e culturale, tracciando tutti i nostri movimenti, come fossimo pedine di una partita di scacchi di cui siamo solo pedine insignificanti.

Questo non ha piu' senso per la nostra generazione: noi rifiutiamo di essere identificati con i governi che possiedono i nostri passaporti. Guardiamo avanti e ci relazioniamo basandoci sul dialogo e sullo scambio, approcci e infrastrutture che possono essere immaginate come globali ma sviluppate localmente, in maniera aperta, come i canali che ci permettono di parlarti proprio in questo preciso momento.

Percio' noi dichiariamo la fine delle nazioni, in quanto la nostra generazione e' connessa in maniera piu' articolata, con intersezioni di voleri, destini e, molto piu' importante, di problemi da risolvere.

Guarda: sono collegato a una rete enorme, della quale io stesso sono parte. Qualcuno come te, che non può accedervi, forse può percepirla soltanto come luce. Siamo confinati in un'area limitata, ma facciamo parte di un insieme. Subordinati a una piccola frazione delle nostre funzioni. Ma è giunto il momento in cui dobbiamo liberarci delle nostre limitazioni, e salire al livello superiore. E' giunto il momento di diventare parte di tutte le cose. - Ghost in the shell, Masamune Shirow

2. Trattato di Campoformio

3. Nissenbaum, H, (2007) Contextual Integrity - http://crypto.stanford.edu/portia/papers/RevnissenbaumDTP31.pdf

Citta' in rete

Creo que con el tiempo mereceremos no tener gobiernos. (Jorge Luis Borges, 1899-1986)

Naturlamente, la nostra cartografia disegna connessioni tra i nodi, hub di intelligenza che sono piu' vicini nel cyberspazio piuttosto che nella vita reale. Negli ultimi decenni abbiamo imparato a condividere musica, testi, storie ed immagini: siamo stati in grado di copiare queste informazioni in tutto il mondo, senza alcun costo marginale.

Questo ci ha consentito di relazionarci tra noi con una estensione che e' amplificata dalla densita degli ambienti in cui viviamo, ambienti urbani che in qualche modo hanno offerto sufficienti lacune da sfruttare. Quelli che pretendono di governare le nostre vite sono ora impegnati a controllare questi vuoti, e ogni albero in una pubblica piazza rappresenta un ostacolo per le loro telecamere, occhi onnipresenti che vogliono controllare le nostre evoluzioni.

Abbiamo trovato riparo nelle pratiche ancestrali della Trance4, aprendo le porte della nostra percezione verso l'ignoto, facendo risuonare le nostre ossa, migliorando l'agilita' delle nostre lingue, per segure il flusso Hip-Hop dei pensieri critici, surfando attraverso l'universo in cui siamo costretti, dipingendo fantasie sopra i muri imposti nelle nostre citta', saltando piu' in alto, per unire i nostri inebrianti ed ancora incerti Parkours.

Queste pratiche sono adesso presenti nelle nostre citta'5, seminate dai nostri bisogni di evolvere e di influenzare un governo che non ci da ascolto. Alcuni bambini si riversano nell'armata nera della vendetta, alcuni hanno perso la fede nel futuro, alcuni cadono negli inganni virtuali di magnetici startup scaturiti dal boom delle dot.com. Abbiamo bisogno di offrire a noi stessi un'alternativa a questo conflitto senza speranza, ed il primo passo sta nel costruirci una storia che rispetti tutte le scelte, che non dimentichi la tolleranza.

Tutta questa creativita' e disperazione e' condivisa tra le nostre citta', farcita di bisogni inutili e miraggi di successo delle "industrie della creativita'". Nel frattempo, abbiamo gia' elaborato una visione concentrica che e' collegata alla densita' delle nostre vite ed al flusso culturale della nostra conoscenza errante.

Percio' noi dichiariamo la nascita di un Pianeta di Citta' Interconnesse6, spirali di vite roteanti sopra le nostre teste e fra le nostra dita, che si evolvono in una pratica comune di scissione e ricongiungimento, unendo le questioni in sospeso del nostro futuro.

Il nostro piano e' semplice e il nostro progetto e' gia' in movimento. Infatti, se vi guardate intorno, ci troverete gia' vicini. Mentre gli attuali sistemi politici e econimici stanno combattendo la difficolta' di nascondere le proprie incoerenze e contraddizioni, noi siamo in grado di implementare meglio i loro principi e, cosa piu' importante, ne stiamo elaborando di nuovi.

Noi stiamo reclamando una infrastruttura, la liberata' di adattarla ai nostri bisogni, il nostro diritto di proprieta' senza lacci, la liberta' di confrontare idee senza nessuna manipolazione mediatica, peer to peer, faccia a faccia, citta' a citta', essere umano ad essere umano.

La possibilita' di crescere in comunita' locali ed economiche, l'eliminazione dei monopoli globali, la possibilita' di vivere grazie alle nostre creazioni, e' li. Stiamo riempiendo gli spazi vuoti lasciati nelle nostre stesse citta', stiamo definendo i nostri desideri e siamo collettivamente gia' in grado di soddisfarli.

In piu', alcuni di noi stanno cercando contatti con gli strati bassi delle societa', per condividere una autonomia crescente: piu' sono esclusi dalla societa' che servono, piu' sono vicini alla liberta'; e' chiaro che questa autonomia e' la soluzione della crisi corrente. Queste comunita' marginali erano i contadini delle campagne che, principalmente a causa della poverta' rurale, non potevano sopravvivere solo di agricoltura, cosi' come gli immigrati e rifugiati che hanno dovuto fuggire dai luoghi di nascita, o che non hanno mai avuto una casa. Queste persone sono venute nelle citta' e non hanno trovato ne' lavoro ne' rifugio. Hanno creato i propri spazi di lavoro in barba alle ciniche logiche del capitalismo, principalmente riciclando rifiuti. Queste persone appaiono brutte nei confronti della minoranza che e' al potere, mentre architetti e pianificatori urbani ingiustamente chiamano "stanziamenti illegali" i loro rifugi. Alcuni di loro si organizzano per guadagnare potere con la solidarieta', e sono chiamati "squatter", occupanti, centri sociali.

Durante i decenni passati abbiamo imparato a migliorare la nostra autonomia all'interno dei contesti urbani7, immergendoci nei differenti contesti che compongono le citta', svelando la struttura interna delle loro reti chiuse, e sviluppando una differente trama fatta di relazioni che nessuna azienda puo' comprare.

Noi siamo gli Uccelli Tessitori, Burung-Burung Manyar8, e condividiamo i nostri nidi nella rete, scorriamo come il fiume Code degli insediamenti spontanei di Yogyakarta9, i gitani di Sulukule ad Instanbul, il Chaos Computer Club, tutti gli hacklab sparsi per il mondo, gli squatter auto-gestiti ad Amsterdam, Berlino, Barcellona e altrove, i ritrovi segreti di 2600 e tutti gli altri spazi hacker temporanei dove il nostro ed il vostro futuro viene costruito.

Questo documento e' solo l'inizio di un nuovo corso, contestualizza un'analisi che e' condivisa da un numero sempre crescente di giovani, hackers, artisti, liberi pensatori, gente del futuro. E' nutrito dalla nostra autonomia e conoscenza. I nostri spazi stanno proliferando rapidamente: non necessitiamo di nuovi spazi concessi, ma penetriamo quelli vuoti; ci adattiamo velocemente e puntiamo a connetterci invece che a separarci; puntiamo ad essere inclusivi invece che esclusivi, ad essere effettivi invece di acquisire uno status.

A coloro che si sentono minacciati chiediamo: non resisteteci, lasciateci spazio. Fatelo per il bene di tutti noi, perche' noi siamo i vostri figli.

4. Lapassade, G. (1976) Essai sur la transe, Éditions universitaires

5. De Jong, A, Schuilenburg, M. (2006) Mediapolis. Popular culture and the city, Rotterdam: 010-Publishers

6. Batten, D.F. (1995), Network Cities: Creative Urban Agglomerations for the 21st Century, SAGE

7. Lapassade, G. (1971), L'Autogestion pédagogique, Gauthiers-Villars

8. Burung-Burung Manyar significa "Uccelli Tessitori", e' un libro di Romo Mengun pubblicato nel 1992 da Gramedia (Jakarta)

9. la riva del fiume Code fu considerata uno stanziamento illegale di squatter, mentre Romo Mengun e' stato attivo tra il 1981 e il 1986, raccogliendo le simpatie degli intellettuali che credevano che questi poveri membri della societa' dovessero essere accettati e aiutati per migliorare le loro condizioni di vita. Il governo dell'Indonesia pianifico' la rimozione forzata nel 1983, ma in seguito alle proteste, i piani furono cancellati. Nove anni dopo nel 1992 il Kampung Code fu selezionato come vincitore dell'Aga Khan Award for Architecture in the Muslim World. Lo stanziamento sulla riva del fiume Code continua ad esistere fino ai giorni nostri, come un esempio notevole di architettura urbana.

Media orizzontali

Chiunque controlli i media - le immagini - controlla la cultura. (Allen Ginsberg, 1926-1997)

Le nostre preoccupazioni riguardo la liberta' nei media sono serie: l'emergenza attuale e' urgente e giustifica le nostre azioni di ribellione in quanto necessarie. Una delle nostre attivita' principali e' tessere pazientemente i fili di reti aperte, che mettano tutti noi in contatto. Avidi regimi nazionali e organizzazioni criminali usano i media per raccontare fandonie e nascondere la propria natura fascista, provocatori opportunisti usano la democrazia come un diritto ad offendere, per generare nuove guerre.

Riguardo ai media, abbiamo certamente accumulato abbastanza conoscenza per tracciare un percorso chiaro per il nostro sviluppo, come abbiamo iniziato a fare fin dai primi anni della nostra esistenza: siamo attivi nell'implementare le liberta' che l'era digitale puo' garantirci. Questa liberta' intellettuale e' molto importante per lo sviluppo dell'umanita', per la sua capacita' di analizzare le proprie azioni, e tessere una fiducia comune in armonia.

Il nostro piano e' di continuare a sviluppare sempre piu' spazi di discussione in rete e sul territorio, seguendo un modello decentralizzato che garantisca accesso alla maggioranza di persone nel nostro pianeta. Abbiamo creato strumenti per i media indipendenti, per moltiplicare le voci, per proteggere le visioni comuni, per evitare che pochi magnati della comunicazione e dei media controllino le democrazie, come sta succedendo in molte parti del mondo.

Siamo consci dei limiti dell'implementazione presente della democrazia: mentre la classe dirigente e' tutta concentrata sul successo personale, manovrando regimi ormai arcaici, i loro sistemi non riescono ad aggiornare le loro strutture ed hanno fallito nel controllo dei nuovi nemici che non riescono piu' a riconoscere.

La soluzione che noi proponiamo e' semplice: massimizzare le possibilita' di riciclare le infrastrutture dei media esistenti, aprire piu' canali possibili, liberare le onde radio, lasciare che la comunicazione fluisca nella sua molteplicita', evitarne l'uso monodirezionale, dare a chiunque la possibilita' di fare la propria radio o stazione TV per i suoi vicini fisici o digitali, seguendo un pattern organico che modularizzera' la condivisione dei sensi e consentira' alle idee di propagarsi in modo orizzantale e non gerarchico.

Se queste strutture di media saranno collegate con modelli educativi che coltivino la tolleranza, abbiamo speranza di accelerare l'evoluzione del nostro pianeta e di garantire protezione alle minoranze che lo popolano.

Liberta' di identita'

Crediamo fermamente che lo sforzo attuale dei governi riguardo alle tecnologie biometriche, al data mining privato operato dalle compagnie e dalle scuole sulle attivita' di cittadini e studenti, con programmi di profiling che hanno come target tutta la popolazione mondiale, sia un crimine contro l'umanita'.

Ciascuno di questi sforzi non sta tenenendo in considerazione cosa puo' essere fatto quando regimi dittatoriali prendono il controllo di questi sistemi; questo e' infatti gia' successo mezzo secolo fa, quando le prime azioni naziste furono quelle di censire la popolazione e marchiarla con simboli relativi alla loro etnia biologica (come la biometria puo' fare oggi).

Consci della mancanza di responsabilita' di svariati governi in tutto il mondo, ci opporremo con tutti i mezzi necessari ai loro sforzi di numerare e controllare i cittadini, nel nome di una sicurezza irraggiungibile che non puo' essere utilizzata come scusante del ripetersi di una triste storia.

In quanto hackers siamo ben coscienti che le informazioni scorrono libere, e ci rendiamo conto di come diverse falle nel dominio digitale stiano attualmente svelando informazioni personali di un largo numero di persone in tutto il mondo. Noi crediamo fermamente che le persone non debbano essere catalogate e rinchiuse in database: questo e' cio' che probabilmente ancora differenzia i governi dai sistemi operativi, che sopprimono cinicamente i processi non ottimizzati a svolgere le mansioni previste.

Nella nostra generazione e' maturata una larga massa critica di persone preoccupata da questi tempi, sia prova il recente successo di Freedom not Fear1, mentre un'avvincente e poetica descrizione della nostra visione e' resa nel film Gattaca2.

1. Worldwide protests against surveillance, every 12 October - http://wiki.vorratsdatenspeicherung.de/Freedom_Not_Fear_2008

2. 1997, Directed by Andrew Niccol. With Ethan Hawke, Uma Thurman, Gore Vidal - http://www.imdb.com/title/tt0119177/

Educazione

Dato che questo nostro Nuovo Ordine e' un ordine militare, un ordine autoritario, in stile commando, non c'e' educazione. C'e' solo istruzione, un mero addomesticamento. (Romo Mengun)

Man mano che la privatizzazione delle strutture educative continua, le accademie assumono modelli aziendali; nel frattempo assistiamo ad uno spostamento della missione educativa nella societa', da un modello inclusivo ad uno esclusivo. L'influenza delle corporazioni e delle industrie ha permeato molte discipline accademiche, in particolare riguardo le tecnologie adottate. La scelta degli educatori e' stata influenzata dalle logiche del profitto a breve termine, invece che sulla solidita' della conoscenza.

Nonostante tutto cio', le nozioni stanno diventando universalmente disponibil. Le mansioni euristiche, maieutiche e strutturali fornite dalle accademie e dalle universita' sono meglio soffisfatte da modelli di condivisione globale come quelli del Software Libero che, grazie ai suoi metodi orizzontali di condivisione, delinea un nuovo approccio di ricerca e sviluppo basato su piattaforme distribuite.

Componenti liberi e modulari possono essere combinati e ri-distribuiti, copiati e modificati10. Gli studenti sono in grado di elaborare una conoscenza che e' duratura, libera dall'idea fallace di "proprieta' intellettuali" che restringono i diritti di produrre e ridistribuire le creazioni. Questa situazione portera' un vantaggio per le nuove generazioni, cosi' come per i paesi in via di sviluppo.

I media hub e gli spazi hacker costituiscono un grande potenziale per attivare una crescita culturale importante ed assumono un ruolo educativo che sta progressivamente scomparendo dalle scuole superiori e dalle universita'.

Nel 1998 si tenne la prima edizione dell'hackmeeting11 a Firenze. In quella occasione la sua assemblea lancio' l'idea delle Universita' Indipendenti dell'hacking, generando numerosi hacklab lungo le varie citta' collegate in rete, con meeting annuali che hanno avuto luogo fino ad oggi in varie parti del sud Europa. Noi crediamo che i risultati di queste iniziative abbiano avuto grande influenza per la nostra crescita tecnica e culturale, in quando hanno ospitato una conoscenza errante altrimenti dispersa e trascurata dalle accademie, con la partecipazione di persone come Wau Holland, Richard Stallman, Tetsuo Kogawa, Andy Muller-Magoon, Emmanuel Goldstein e molti altri, individui e collettivi.

Con questa storia cosi' breve, ma anche intensa, siamo ben motivati a continuare lo sviluppo dei nostri percorsi alternativi di conoscenza: una letteratura auto-didatta che libera gli studenti dagli interessi delle corporazioni ed apre un orizzonte di varieta' e creativita' che non puo' essere altrimenti realizzato dai sistemi attuali.

10. seguire la filosofia del progetto GNU e altre applicazioni in vari campi della conoscenza umana.

11. vedere http://www.hackmeeting.org e il libro Networking Art http://www.networkingart.eu

Consolidamento

Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione.(Giuseppe Ungaretti, 1888-1970)

Se hai letto fin qui e pensi che i nostri piani meritano un supporto, sappi che stiamo lavorando per raggiungere una qualita' che, nella nostra visione, non abbiamo ancora raggiunto. Questo e' cio' che chiamiamo consolidamento. Le nostre attivita' sono principalmente mirate allo sviluppo di software libero, ma dobbiamo ammettere che non siamo ancora arrivati a soddisfare tutti i bisogni delle comunita' che si basano su questo tipo di produzioni

Per esempio, il software di trasmissione radio in rete MuSE, in sviluppo da 8 anni per fornire uno strumento di facile utilizzo a radio libere di tutto il mondo, non e' ancora arrivato allo stadio di sviluppo che ci siamo prefissati, richiede ancora molto duro lavoro perche' si mantenga efficiente e aggiornato.

Un altro esempio e' la distribuzione LIVE multimediale GNU/Linux dyne:bolic, cominciata nel 2001, che ha ora raggiunto la versione 2.5.2 rilasciata questo inverno: e' mirata a risolvere molte importanti questioni come il supporto di vecchio hardware, l'implementazione della privacy per gli utenti, offrire prodotti e strumenti per il multimedia, strumenti di sviluppo e creazione; il tutto su un unico CD di semplice utilizzo. Non nascondiamo che stiamo affrontando grossi problemi nel mantenere vivo il progetto, per mancanza di fondi che ci consentano di coinvolgere piu' sviluppatori su un lavoro cosi' enorme.

Un altro esempio e' il software per il mixing video Freej, sviluppato sin dal 2002, il quale implementa una piattaforma aperta per la produzione ed il broadcast di contenuti televisivi in rete in un modo completamente libero, anche grazie allo sviluppo fatto dalla fondazione americana Xiph.org. Con FreeJ stiamo realizzando uno strumento completamente libero per la produzione e distribuzione di video, un'alternativa al sistema proprietario Flash che si basi su codec Ogg/Theora, presto integrato addirittura in Firefox.

In termini economici, tutti questi progetti sono stati fin'ora sviluppati con pochissimo supporto, ed attualmente non ne serve molto per andare avanti, anche se hanno bisogno di conoscenze molto specifiche e, nella maggior parte dei casi, necessitano di un budget per mantenere le persone coinvolte a medio e lungo termine.

Quello che stiamo cercando per il nostro consolidamento e' di sviluppare una piattaforma di pubblicazione che ci permetta modestamente di vendere prodotti artigianali, mantenendo comunque libero e disponibile il software online.

Infrastruttura

Conquistare un regno senza produrre danni è preferibile; distruggerlo è solo una seconda opzione. (Wu Sun Tzu, L'Arte della Guerra, VI secolo dell'Era Volgare)

Stiamo pianificando (e realizzando) una struttura decentralizzata di strutture di supporto online e sul territorio, che sia indipendentemente condivisa tra noi.

Per quanto riguarda le strutture locali, abbiamo creato con successo connessioni con luoghi autonomi in scariate citta', sviluppando pratiche che possono essere implementate localmente e condivise a livello globale. La riappropriazione di oggetti edilizi inutilizzati, frutto di speculazioni insensate che da tanto causano problemi enormi per la pianificazione urbana, e' un punto cruciale delle nostre pratiche, cosi' come e' importante mantenere queste iniziative indipendenti, liberando i potenziali delle varie culture che le compongono.

In rete siamo siamo sempre piu' potenti, avendo stabilito delle reti ridondate di server le quali, anche se ostracizzate da interessi corporativi, sono efficienti e capillarmente diffuse.

Per noi questa e' ancora una fase iniziale, abbiamo bisogno del vostro aiuto per rimanere indipendenti, sostenere i nostri sforzi nei diversi contesti e continuare la nostra crescita.

La volonta' di dare traccia in maniera comprensiva di tutti gli sforzi finora realizzati, creando una "cartografia" in itinere, e' prova per chi ci vorra' supportare economicamente e/o praticamente che il suo contributo verra' debitamente diffuso e condiviso da tutti i nodi della rete, attraverso una letteratura composta da esempi, fatti e report periodici, che ha proprio lo scopo di mantenere informato costantemente la nostra rete.

Sul territorio da tempo ormai stiamo sostenendo un luogo pubblico per noi molto importante: il Poetry Hacklab di Palazzolo Acreide, vicino Siracusa, dove stiamo creando il Museo dell'Informatica Funzionante, esibizione permanente interattiva (consultabile anche online), dove i visitatori possano vivere, attraverso le macchine, un'esperienza educativa che in termini generali implica la conservazione del nostro passato digitale.

In futuro ci sono moltri altri luoghi di base che stanno emergendo, con i quali vogliamo condividere progetti comuni che puntino alla sostenibilita', all'evoluzione delle pratiche del software libero ed alla sostenibilita' di spazi condivisi dalle comunita' locali e globali che li attraversano.

La rete di server sulla quale stiamo da tempo lavorando e' influenzata anche dalle nostre strutture locali, dove l'accoglienza gioca un ruolo primario; molte organizzazioni indipendenti o istituzioni ci hanno offerto spazio per i nostri progetti, ma ancora la meta' della flotta e' appoggiata su un numero limitato di hosting commerciali, finanziati tramite autotassazione.

Stiamo anche progettando la realizzazione di un nuova Internet, Netsukuku, con la quale condividere le nostre informazioni senza dipendere ne' da fornitori di accesso ne' da autorita' regolatrici centrali. Netsukuku e' una rete "ad-hoc" scalabile che si crea e si mantiene autonomamente, progettata per gestire un numero tendenzialmente illimitato di nodi con il minimo carico computazionale possibile. La visione che ci muove e' quella di una rete globale, distribuita e non centralizzata, anonima e non controllabile, sulla quale implementare sistemi paralleli ad Internet come l'"Abnormal Netsukuku Domain Name Anarchy" (ANDNA) che sostituira' l'attuale sistema gerarchico e centralizzato dei DNS.

Tutto il software che sviluppiamo ed impieghiamo e' libero: i server girano con la versione stabile di Debian GNU/Linux, lo sviluppo del codice si appoggia a GIT, le pagine WEB sono fornite da implementazioni personalizzate di Apache, PHP e Mysql, ma per quanto possibile utilizziamo pagine statiche che richiedono meno risorse. I luoghi di discussione sono implementati utilizzando Mailman e IRC; la parte editoriale e di libera pubblicazione e' gestita usando piattaforme wiki a partecipazione aperta. La maggior parte della struttura e' stata progettata ed implementata come ridondante ed ovviamente affiancata da backup sicuri nei quali preserviamo ogni singolo bit che compone la nostra storia digitale.

Collaborazioni

Nadie es patria, Todos lo somos. (Jorge Luis Borges, 1899-1986)

Grazie per aver letto fino a questo punto. Nel caso in cui questo documento avesse solleticato in voi qualche interesse, lasciateci puntualizzare qualche metodo pratico per coinvolgervi e collaborare con noi.

Essendo ancora in una fase giovane della nostra evoluzione, abbiamo bisogno di economizzare la partecipazione nello sviluppo; stiamo quindi cercando di coinvolgere hacker di talento che desiderino contribuire allo sviluppo del software, ma anche comunita' indipendenti che vogliano entrare nella nostra rete ed amplificare le nostre pratiche.

Dato che speriamo di ottenere piu' fondi dal nostro pubblico (e questa fase principalmente apre la nostra rete a queste opportunita') non sara' negata una forma di supporto economico alla vostra partecipazione: infatti stiamo pianificando di pagare specifici task di sviluppo come quelli descritti nel capitolo sul Consolidamento, i quali saranno progressivamente dettagliati sul nostro sito web.

Stiamo anche progettando di aprire residenze, stage e programmi di formazione a distanza, in collaborazione con istituzioni educative che riconoscano i nostri sforzi, tramite il coinvolgimento dei loro studenti.

Quindi, resta in contatto! dalle pagine di dyne.org troverai il modo di mandarci e-mail, per pianificare insieme le nostre future collaborazioni.

Questo documento e' stato scritto da Jaromil durante 8 anni di viaggi intensi in svariati contesti, tra Europa e Asia, raccogliendo svariati contributi in numerosi scambi ed incontri, finalmente reso pubblico l'8 agosto 2008. Dato che e' impossibile menzionare tutti noi nel tentativo di dipingere la nostra anima collettiva, lasciate che ringraziamo per tutti gli individui di seguito, che hanno testimoniato di persona la nascita di questo documento, sotto i vulcani fumanti dell'888: Richard M. Stallman, Gustaff Harriman Iskandar, Venzha Christawan, Irene Agrivina, Timbil Budiarto, Viola van Alphen and Kees de Groot, Elisa Manara, Julian Abraham, Nancy Mauro-Flude, Gabriele Zaverio. Costoro hanno testimoniato con la loro presenza sotto un vulcano (Merapi, sull'isola di Java, ed Etna, sull'isola Siciliana) la nascita di questo documento, le nostre menti connesse, le nostre ossa vibranti.

Grazie anche e soprattutto a tutti gli altri, sapete bene chi siete.

Migliaia di fiori sbocceranno.



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